Sono due le linee di sviluppo dei progetti della Fondazione CVC. Una è incentrata sullo studio e la preservazione degli ecosistemi marini, un commitment da sempre connaturato allo spirito di Caprera e in questi anni sfociato nel progetto M.A.R.E. (www.progettomare.org).
L’altro è quello che mette al centro la persona e che nel mare trova un mezzo per mitigare disagi fisici, psichici, sociali. Un filone che abbiamo ribattezzato il Mare come cura e che vede nel progetto Pazienti a Bordo, sviluppato con la onlus We Will Care, la sua punta di diamante.
Pazienti a Bordo punta a rinforzare attraverso la pratica della vela e il contatto con il mare le risorse psicologiche e il benessere fisico di pazienti oncologici. L’incontro con il CVC, attivo da anni sul fronte della velaterpia, non è casuale.
“Abbiamo scelto un luogo lontano dalle sovrastrutture e dai ruoli quotidiani che spesso limitano l’ascolto di sé e la ripresa del proprio benessere – ci spiega Gabriella Pravettoni, coordinatore scientifico We Will Care e professore ordinario e direttore della divisione di psiconcologia Istituto Europeo di Oncologia-. La psicoterapia si sposta in un contesto non ospedalizzato per definire un nuovo sé distinto dalla malattia. Pazienti a bordo è un progetto scientifico di ricerca-intervento che ha lo scopo di analizzare e misurare gli effetti a breve e a lungo termine che questo tipo di esperienza può avere sulle nostre pazienti in termini psicologici e fisici. Dal 2017, sono state 330 le pazienti che hanno preso parte al progetto e i dati raccolti in questi anni hanno dimostrato un incremento di benessere psicologico, relazionale e di gestione dell’ansia e dell’accettazione della nuova immagine corporea”.
Nel 2023 i corsi vedranno impegnate 65 nuove pazienti, mentre sono 30 quelle che torneranno a Caprera dopo aver già partecipato a edizioni precedenti.